Non è la prima volta che negli USA qualcuno tenta di ubriacarsi con questa sostanza: l’estratto di vaniglia, secondo la legge della FDA (l’ente nazionale per la salute americano), deve essere costituito da un minimo del 35% di alcool etilico. Alcune marche ne contengono anche di più e una bottiglia di estratto di vaniglia (o di altre sostanze come limone, menta o arancio), è paragonabile a una di gin e di vodka in quanto a contenuto di alcool. Questi estratti, non si sa in base a quale logica, sono venduti nei drugstore e nei supermercati a differenza degli alcolici che sono venduti solo nei locali che hanno la licenza. Persone che hanno problemi con l’alcool e soprattutto i ragazzini (che non hanno l’età per accedere alle rivendite di vino e liquori) comprano o più spesso tentano di rubare dai negozi l’estratto di vaniglia. Per questa ragione ormai quasi tutti i commercianti tengono questo prodotto sotto chiave.
Secondo la polizia di New Jork, spesso chi ha problemi con l’alcool sceglie gli estratti come quello di vaniglia o di menta perchè lasciano in bocca un forte aroma che maschera la presenza dell’alcool.
D’altronde un buon estratto di vaniglia può essere preparato solo usando l’alcool come solvente. L’acqua, infatti, non riesce ad estrarre molte delle sostanze organiche contenute nei baccelli (tra le quali: vanillina, acido vanillico, p-idrossibenzaldeide, acido p-idrossibenzoico, alcool p-idrossibenzilico, alcool vanillico) ed è la miscela di tutte queste sostanze chimiche che fornisce l’inconfondibile aroma di vaniglia.