Dall’inizio dei viaggi in aereo fino al 1987, i pasti che si consumavano a bordo erano molto curati e appetitosi: facevano parte dell’esperienza del volo, contribuendo a mettere a proprio agio i passeggeri. Poi un dirigente dell’American Airlines, cominciò a fare due conti e si accorse che togliendo una sola oliva dall’insalata, che veniva offerta sui voli della sua compagnia, si potevano risparmiare circa 40.000 dollari l’anno.
Lorraine ha studiato per sei mesi con i cuochi della Virgin nel tentativo di creare i giusti piatti per rendere la ristorazione in volo un’eperienza molto positiva. Durante questo periodo si è resa conto che vi sono molti prolemi da risolvere quando si tratta di cibi da consumare in alta quota, malgrado l’aereo sia pressurizzato.
I cibi devono essere precotti a terra e solo riscaldati in volo, niente di croccante sopravvive e anche il pezzo di manzo più tenero diventa coriaceo. Ma la scoperta più singolare che la Pascal ha fatto è che sino ai 3000 metri di altezza il nostro gusto e olfatto funzionano correttamente. Ma quando si superano i 10000 metri di altitudine essi diminuiscono di circa un terzo: il palato non percepisce più bene i sapori per non parlare del naso che diventa secco a causa della mancanza di umidità nell’aria e perciò inefficace. Per questo tutto sembra così insapore, inodore e anonimo.
Secondo Lorraine Pascal occorre quindi aumentare la sapidità dei piatti. Per questo nei nuovi menù privilegia l’uso di spezie ed erbe perfetti per aumentare il sapore, ma nel contempo ottendo che siano leggeri sani e aromatici. Nei nuovi menù vi sono: insalata di manzo Thai con pinoli e salsa chili; salmone con asparagi lenticchie e spezie. Per i bambini striscioline di pollo marinate e fritte on piselli e patate e maiale in agrodolce.