Si può divorare del wasabi senza avere reazioni al piccante sapore? Pare di sì o almeno è ciò che accade in questo film che prende il titolo proprio da una scena in cui il protagonista, Hubert Fiorentini, mangia un intero piattino di piccantissimo wasabi in un ristorante giapponese senza batter ciglio, mentre si intrattiene con un amico.
Egli è un ispettore di polizia, che viene richiamato in Oriente per occuparsi delle esecuzioni testamentarie di Niko, una donna che lui ha amato molti anni prima e che era misteriosamente scomparsa. Niko ha lasciato una traccia profonda nel cuore di Hubert. All’arrivo in Giappone, l’avvocato Ishibashi gli comunica di essere stato nominato unico erede e, notizia sconcertante. che Niko aveva una figlia, Yumi.
Alla fine Hubert scopre perché Miko lo aveva lasciato, e il motivo si trasforma in un nuovo problema per lui e per la figlia; inoltre scopre che Miko è stata assassinata perché era riuscita a rubare una fortuna dalle casse della Yakuza destinata a Yumi, appena conseguita l’età adulta.
Fin qui la trama, purtroppo il film è solo una commediola rumorosa e superficiale in cui il pur bravo jean Reno ripete stancamente i suoi cliché di burbero dal cuore d’oro. Scritto e prodotto da Luc Besson- sulla traccia di Leon, a sua volta ispirato a Gloria di John Cassavetes- vorrebbe essere rocambolesco e scanzonato senza riuscirci. Purtroppo il titolo promettente Wasabi, pungente e piccante, non si riflette nel film piatto e banale.
Regia: Gérard Krawczyk, sceneggiatura Luc Besson, 2001
Attori: Jean Reno e Ryoko Hirosue.