Fino alla fine degli anni Ottanta, l’India era il maggior produttore al mondo di pepe. Negli anni successivi la produzione di pepe è aumentata moltissimo in tutto il mondo, ma in particolare in Vietnam dove l’intera economia e l’agricoltura in particolare è stata incentivata dal progetto Doi Mei che ha inciso profondamente sullo sviluppo dell’intero paese. Nel 2013 il Vietnam era il primo produttore al mondo con una quota del 34% del mercato. Per molti anni la coltivazione del pepe ha cambiato la vita di centinaia di contadini, portando un benessere prima sconosciuto. Negli ultimi dieci anni il prezzo del pepe nero è più che quadruplicato, mentre quello bianco è triplicato. Dal 1995 al 2015 la produzione di questa spezia in Vietnam era aumentata di 15 volte.
Le prime testimonianze storiche di uso del pepe risalgono a 4000 anni fa e la sua coltivazione risale a 1000 a.C. E dal XIV secolo è sempre stato un protagonista del commercio delle spezie. Originario del Malabar, sulla costa occidentale dell’India si diffuse poi in molti altri paesi, tra i quali il Vietnam, dove fu prodotto per secoli.
Sino agli anni Novanta la quantità che si raccoglieva non bastava nemmeno per il consumo interno, nel 2013 ne erano state prodotte 122 tonnellate. Nel 2014 aveva raggiunto una quota del 41% del mercato mondiale con una produzione di 140.000 tonnellate. Una quantità impressionante visto che l’Indonesia ne aveva prodotti solo 63.000 e l’India, che fino a qualche anno fa era il primo produttore al mondo, solo 58.000. In dieci anni il terreno dedicato alla coltivazione del pepe è raddoppiato arrivando nel 2016 a 105.000 ettari e a una produzione di 165.000 tonnellate.
I coltivatori in genere hanno piccole proprietà 1-2 ettari, ma con una produttività altissima (2,2 tonnellate per ettato) soprattutto se paragonata con quella di altri paesi. In Indonesia è circa 400-500 chili. Il clima tropicale del Vietnam e la sua configurazione collinare sono perfette per la coltivazione del pepe.