L’estate anomala che ci ha accompagnati ha influito anche sulle coltivazioni casalinghe. Se avete allevato piante come il finocchietto selvatico, il rafano o il coriandolo è tempo di raccogliere i frutti.
Il finocchietto
I fiori gialli a corolla del
finocchietto sono germogliati e ora se li avete lasciati sulla pianta sono essiccati. Se invece li avete raccolti e messi ad asciugare all’aperto, ma lontano dai raggi del sole per non prosciugare gli oli essenziali che contengono, sono pronti. E’ tempo di raccogliere i piccoli frutti (detti impropriamente semi) che essi contengono. Basterà appoggiarsi su un grande vassoio e scuotere bene ogni corolla, stropicciando con le dita le estremità, per far cadere i piccoli semi grigio verdi.
Raccoglieteli e metteteli in un vaso a chiusura ermetica, al quale avrete messo un’etichetta. Potrete conservare anche i rami e le barbe essiccati. Pe esempio per imbottire i pesci prima di arrostirli.
Il rafano
L’autunno è anche il momento per raccogliere le radici del
rafano. Poiché esse penetrano nel terreno anche per una trentina di centimetri, per estrarle è necessario scavare con una vanga.
Per conservarle, dopo averle ben pulite, tagliatele a pezzetti o grattuggiatele e copritele con aceto di vino bianco. Il rafano, con il suo sapore piccante, accompagna magistralmente i bolliti, ma si adatta a insaporire qualunque piatto, stimola la digestione ed esercita una funzione protettiva sull’intestino.
Il coriandolo
Anche i semi del
coriandolo sono pronti per essere raccolti adesso che è autunno. Nelle ultime settimane la pianta è cresciuta in altezza e ha messo delle inflorescenze a ombrello. Aspettate finché le foglie non sono gialle per raccogliere i semi. A questo punto tagliate le infiorescenze, lasciatele essiccare qualche giorno, come avete fatto per quelle del finocchietto. Poi battetele e raccogliete i semi. Metteteli in un vaso a chiusura ermetica. Tenete da parte alcuni semi, scegliendoli tra i più grossi, per piantarli la prossima primavera.