Un gruppo di pensionati britannici parte per l’India per trascorrere un periodo in quello che credono sia un albergo di recente restaurato. In realtà l’hotel si rivela meno lussuoso di quanto apparisse nella pubblicità, ma comincia lentamente e in modo inatteso, ad affascinare i pensionati.
The Best Exotic Marigold Hotel, titolo originale dell’ultimo film di John Madden, è l’insegna di un decrepito hotel di Jaipur, gestito dal giovane Dev Patel, inserito nei dèpliant turistici dopo mirati ritocchi con photoshop per attirare pensionati stranieri alla ricerca di un luogo esotico, ma economico, in cui finire la propria vita.
I nostri protagonisti sono un variopinto gruppo formato da una coppia scoppiata, un uomo alla ricerca del primo amore, una vedova spiantata, una ragioniera cocciuta ma dall’animo dolce, e un paio di “single” alla ricerca di un ricco buon partito con cui accasarsi. Intrepidi pionieri che decidono di sperimentare un prolungato soggiorno, sulla carta lussuoso, in terre profumate di spezie e cariche di mistero. Arriveranno in India dall’umido Regno Unito carichi di speranza e si ritroveranno a soggiornare in un meraviglioso palazzo che un giovane sognatore (Dev Patel) vorrebbe far tornare agli antichi splendori ma che, a causa della sua avversione per la matematica, per ora è solo una fatiscente catapecchia dal grande potenziale e apparentemente una trappola per i nostri eroi.
Ognuno di loro sa che il termine della vita è vicino, talmente vicino che Maggie Smith non compra più le banane ancora verdi, ma non vogliono arrendersi alla solitudine, a un appartamento per anziani con i corrimano per non scivolare, a vivere con i propri figli, a convivere con il rimorso per aver rinunciato alla vita. Per strade diverse tutti raggiungono l’India dove dice la bravissima Julie Dench “non accade niente se prima non lo hai sognato” e dove “alla fine, tutto andrà bene, e se non andrà bene vorrà dire che non è ancora la fine”. L’albergo diventa, pur nel suo aspetto un po’ fatiscente, quasi un luogo favolistico in cui possono avverarsi i desideri più reconditi, un territorio dell’anima dove è possibile finalmente conoscere la propria essenza e dare libero sfogo ai propri sentimenti. Una sorta di paradiso perduto, un po’ come era l’India delle pagine di Rudyard Kipling.
Il Rajastan di Madden è colorato, caldo e caotico e sferza i sensi come le spezie sferzano le papille gustative dei protagonisti ormai assuefatte alla cucina britannica. La cucina indiana dà il suo contributo al folclore della storia: in principio sorprende e spaventa, poi, infiammando il palato, scuote le coscienze e risveglia i sensi. Tutto il film è permeato del profumo delle spezie, dei fiori e delle piante indiane.
Regia: John Madden, 2012
Attori: Judi Dench, Bill Nighy, Penelope Wilton, Dev Patel, Celia Imrie