Ernesto Neto, uno tra i più significativi protagonisti della scena artistica contemporanea, nei suoi lavori ha sempre l’obiettivo di coinvolgere fisicamente lo spettatore e cercare di eccitarne il comportamento mediante stimoli sensoriali e istintuali. Già negli anni Novanta, le sue installazioni utilizzavano spesso tubi di maglia fine e translucida, riempiti di spezie di vari colori e aromi, come lo zafferano o i chiodi di garofano in polvere. Una delle sue opere più riuscite è stata esposta a Roma, al Museo di Arte Contemporanea, nel 2009. Una grande installazione, agganciata all’alta copertura in vetro della galleria, costituita da lunghe sacche di lycra trasparenti, ricolme di spezie profumate che arrivano fino a circa un metro da terra. La lycra conteneva 5 spezie macinate: il pepe, il cumino, i chiodi di garofano, lo zenzero, la curcuma. Queste traspiravano tutto intorno formando delle macchie di colore sul pavimento, gialle, nere, viola, arancione.
Quest’anno Ernesto Neto ha trasformato la stazione di Zurigo in una foresta pluviale con l’installazione Gaya Mother Tree, un albero alto 20 metri dalla grande chioma composta da nastri multicolore in cotone lavorati all’uncinetto e annodati a mano. A catturare l’attenzione ancora una volta sono i pendenti a goccia, ripieni di semenze profumate e spezie, il cui fine è di catalizzare l’attenzione favorendo l’incontro, la socialità, ma anche la contemplazione e riflessioni sulla sostenibilità. Una collaborazione che ha senz’altro influito anche sullo sviluppo dell’installazione GaiaMotherTree è quella di Neto con gli Huni Kuin, i membri della popolazione indigena della foresta amazzonica brasiliana la cui visione del mondo e il legame spirituale con la natura, come pure l’artigianato e il sapere ancestrale, hanno mutato la concezione artistica dello scultore.
Ai piedi di GaiaMotherTree si trova un ampio spazio percorribile, dove i visitatori possono aspettare il treno, ammirare l’opera e soprattutto incontrarsi, accomodandosi su sedie disposte in cerchio. Tutt’intorno a questa scultura, un programma di eventi: riflessioni sull’opera e conferenze, workshop, ma anche tanta musica per adulti e bambini e una serie di meditazioni.