Dopo quattro decadi di declino la produzione dei chiodi di garofano di Zanzibar è risorta. Il chiodo di garofano è originario delle isole Molucche, e fu introdotto dal sultano dell’Oman nella prima metà dell’Ottocento, soprattutto nella piccola isola di Pemba. In breve la produzione diventò molto fiorente e tale rimase per un centinaio d’anni: negli anni Sessanta venivano prodotte circa 16000 tonnellate anno. Poi niziò a decadere, riducendosi dell’80% negli anni Settanta a causa sia di condizioni esterne al paese sia per un colpo di stato e il successivo esperimento di socialismo, che portò a nazionalizzare la produzione vietando qualsiasi commercio diretto e annientando il commercio stesso. La produzione diminuì sino a circa 2000 tonnellate anno. Da allora fuono fatti diversi tentativi per migliorare la situazione, ma sempre mantenendo la nazionalizzazione e, di fatto, scoraggiando gli agricoltori, che non ricavavano abbastanza denaro e incoraggiando il contrabbando.
Si arrivò al 2011 quando l’associazione che raccoglie i coltivatori della spezia commissionò una ricerca per individuare quali altri passi intraprendere per migliorare la produzione. Fu studiato attentamente il modello Indonesia, il primo produttore mondiale della spezia, fu consigliato di liberalizzare il mercato, fino a quel momento governato dalla ‘Zanzibar State Trade Corporation’ l’organizzazione governativa che ha come missione lo sviluppo, la promozione e il miglioramento della coltivazione di chiodi di garofano e delle altre spezie coltivate nel paese. Fu raccomandata la formazione e l’acculturamento dei coltivatori con corsi e workshop e l’utilizzo dei mass media per informare tutto il Paese sulle opportunità di lavoro e guadagno che potevano derivare da questa coltivazione.
In questi anni il governo ha recepito le varie indicazioni in toto e destinato più di 20 milioni di dollari per far risorgere il mercato della spezia, Già dal 2011-2012 la produzione aveva iniziato ad aumentare a 3.900 tonnellate/anno e i prezzi nel frattempo eano aumentati del 180%. Ai coltivatori è riservato l’80% del prezzo e questo li invoglia a continuare a produrre i chiodi di garofano e scoraggia il contrabbando. Nel 2012 il governo ha regalato agli agricoltori 500.000 piantine e nell’annata 2013-2014 le ha raddoppiate raggiungendo il milione, quantità che ha contnuato a donare per i sccessivi 3 anni per far crescere il mercato. L’obiettivo era quello di far ritornare, entro il 2018, la coltivazione e il commercio di questa spezia una delle voci più importanti del bilancio nazionale, come fu in passato. Un ulteriore obiettivo era quello di sviluppare la produzione di olio essenziale, attiva sin dagli anni Trenta e rimasta florida sino agli anni Ottanta insieme alla produzione di altri oli quali quello di eucalipto, di lemon gras e di cannella.
L’operazione del governo è riuscita pochè il raccolto del 2017/2018 è stato di 8400 tonnellate con un introito di 50 milioni di dollari. La coltivazione dei chodi di garofano è estremamente importante per la popolazione locale e per l’economa del Paese.