E’ da poco iniziato il Ramadan, il mese di digiuno al quale si sottopongono tutti i musulmani nel mondo. Esso prevede che tutti si astengano dal mangiare e dal bere dall’alba al tramonto del sole. In quasi tutti i Paesi dove si pratica fa caldo, in alcuni fa caldissimo, E’ quindi molto importante idratarsi bene prima di iniziare la giornata e fare altrettanto dopo il calar del sole. Per questo in tutti i Paesi si dà molta importanza alle bevande. Esse, quasi sempre, oltre che dissetanti sono ricche di zuccheri e di nutrienti. Inoltre poichè gli alcolici sono vietati, si utilizzamo moltissimi succhi di frutta. Ecco di seguito le bevande più diffuse.
Di colore rosso intenso, si ricava dai fiori di ibisco essiccati messi a macerare in acqua a temperatura ambiente per almeno 3-4 ore. Poi questo miscuglio si mette a scaldare su fuoco medio e quando inizia a bollire si toglie dal fuoco, si filtra, zucchera e si mette in frigor a raffreddare. Naturalmente dolce, è ricco ferro, fosforo, magnesio e vitamine del gruppo B. Viene utilizzato anche come dolcificante ed indicato per chi vuole perdere peso dato che diminuisce il senso di fame. Gli egiziani, inoltre, gli attribuiscono anche un potere afrodisiaco.
Tamar hindi era il nome dato dagli arabi al frutto del tamarindo, che era la traduzione letterale di “datteri indiani”. Il succo di tamarindo è una bevanda dal sapore agro-dolce molto diffusa tutto l’anno nei Paesi arabi e va addolcita con un po’ di zucchero. Ha tra le sue proprietà quella di tenere a bada il livello di zuccheri nel sangue e il colesterolo, inoltre è utile per regolarizzare le funzioni intestinali e aiutare la digestione. E’ molto ricco di betacarotene e vitamina C, migliora il funzionamento del sistema immunitario, inoltre contiene calcio, potassio, fosforo, magnesio, fibre e proteine.
In una zuppiera mettete la pasta di tamarindo (che potete trovare nei negozi etnici sotto forma di panetti) spezzettata e coprite con circa un litro di acqua a temperatura ambiente. Lasciate riposare almeno 4 ore, ma più la lasciate meglio è. Trascorso questo tempo, mettete il tutto su fuoco medio e, non appena bolle, toglietela dal fuoco. Filtrate la bevanda e zuccherate secondo il vostro gusto. Lasciate raffreddare, mettete in frigo, fino al momento di servire.
I musulmani rompono il digiuno dopo il tramonto, per tradizione, con datteri e latte e questa bevanda è molto consumata durante l’Iftar, il pasto notturno.
Prendete 6 datteri medi, possibilmente freschi, molto più saporiti e morbidi. Tagliateli in quattro pezzi e metteteli in un padellino capiente, aggiungete una manciata di uvetta, fatta rinvenire in acqua e ben scolata. Versateci sopra due-3 bicchieri di latte. Mettete sul fuoco a fiamma molto bassa, aggiungete zucchero o miele secondo il vostro gusto, ricordando che i datteri sono già molto dolci. Aggiungete due cucchiaini di farina di cocco. Mescolate e aggiungete un pizzico di cannella. Lasciate cuocere per almeno 20 minuti, mescolando di tanto in tanto soprattutto verso la fine. Lasciate intiepidire e mettete in frigorifero. Al momento di servire versate in due bicchieri, facendo attenzione a mettere un po’ di datteri in ogni bicchiere. Dopo avere bevuto il liquido potrete gustare i pezzetti di datteri e ‘uvetta che si saranno ammorbiditi.
Questa bevanda, chiamata anche Qamar-al- Din, è originaria della Siria della zona di Goutha, dove nascono la albicocche migliori per questa ricetta. E’ molto diffusa in tutto il Medio oriente, in nord Africa e anche in Somalia, sopattutto durante il Ramadan. Questa bevanda oltre a essere buona e nutriente aiuta la digestione, regola il metabolismo ed è ricca di vitamine e sali minerali.
Per ottenere questa bevanda si parte dalla gelatina di albicocche venduta in fogli, consumata come snack in tutti i Paesi citati. Tagliate i fogli in piccoli pezzetti, circa 500 g, coprite con due tazze d’acqua, lasciate in frigorifero per tutta notte. Poi scaldate un’altra tazza d’acqua con mezza tazza di zucchero e fatelo sciogliere. Aggiungetelo alle albicocche macerate, frullate bene, lasciate in frigorifero a raffreddare. Al momento di servire aggiungete acqua di rose, acqua di fiori d’arancio, pinoli e foglie di menta.
Il succo di carrube, chiamato anche Kharoub, In Libia, Sudan ed Egitto, è considerato la bevanda perfetta da consumare nei giorni caldi ed è tradizione berla durante il Ramadan. Ricca di antiossidanti, fibre e proteine è molto adatta a sostenere i musulmani durante le ore di digiuno. Prendete dei baccelli di carruba, pestateli metteteli in una pentola, aggiungete lo zucchero e un cucchiaio di acqua. A fiamma bassa fate caramellare lo zucchero. Ora, aggiungete 8 tazze circa di acqua e proseguite la cottura mescolando finchè non bolle. Mettete da parte e lasciate raffreddare. A questo punto filtrare il tutto e mettetelo in frigorifero. Se è troppo denso, aggiungete un po’ d’acqua, servite ben freddo con qualche cubetto di ghiaccio.
Questa bevanda, molto popolare nei Paesi Arabi, è cocco grattugiato lasciato qualche ora a bagno nel latte, amalgamato poi con vaniglia, amido di riso e zucchero. E’ venduta durante il Ramadan negli angoli delle strade insieme a street food dopo il tramonto. Può essere bianca, quella consumata in Egitto, o colorata di rosso come quella consumata in Arabia Saudita.. E’ molto amata dai bambini per il suo gusto dolce di cocco.
Molto comune in Medio Oriente, soprattutto in Siria, Palestina e Libano è una bevanda preparata con lo sciroppo di jallab- costituito da melassa di datteri e d’uva, acqua di rose a volte affumicato con incenso- allungato con aqua. Si beve con ghiaccio e una spruzzata di pinoli e uva secca. Lo sciroppo di datteri (o molassa) era utilizzato anche nell’antichità per dolcificare, quando ancora non si conosceva lo zucchero. Oggi lo si può trovare in vendita su Internet.
Questa bevanda alla liquirizia è molto comune nei Paesi Arabi, soprattutto in Siria e in Egitto, dove è chiamata Erk-sous. E’ bevuta tutto l’anno, ma durante il Ramadan gli egiziani ne consumano di più perchè ha il potere di ridurre la sete, che ancor più del digiuno è pesante da sopportare, soprattutto se fa caldo. E’ una bevanda estratta dalla radice di liquirizia, che viene venduta da millenni per le strade dell’Egitto. Un estratto di erk sous è stato trovato anche nella tomba del faraone Tutankhamun.
Questa bevanda molto particolare è solitamente usata per riscaldarsi durante gli inverni gelidi di alcune regioni medio orientali. Nata in Turchia, dove fa parte della tradizione, si è diffusa nei Paesi del Golfo. Essa è ottenuta con l’amido del bulbo di un’orchidea: l’Orchis Mascula, polverizzato e mischiato al latte per dargli consistenza oltre ad un sapore unico. Nei tempi antichi era considerata un alimento di alto valore nutritivo per le persone invalide e benefica per le irritazioni da gastrite. Inoltre i tuberi dell’Orchidea venivano assimilati ai testicoli della volpe e perciò era considerata una bevanda afrodisiaca.
Oggi l’Orchis Mascula è in via di estinzione, ed è perciò difficile reperirla oltre che poco etico Perciò ne viene proposta una versione moderna che non ha l’effetto afrodisiaco o quello nutrizionale, ma che piace molto agli Arabi! In pratica si mischia il latte con amido di mais, zucchero, acqua di rose, mahleb e un pizzico di cannella, si serve fredda con pistacchi tritati o altra frutta secca per guarnizione.
Queste sono due bevande simili che si consumano in Assuan e Nubia, due regioni meridionali egiziane e in Sudan. L’abrei, è una bevanda bianca ottenuta da fogli di farina di grano e di mais tostati ed essiccati e reidratati con succo di limone e acqua ghiacciata e zuccherata.Questa è la versione nubiana. Lo hilomor è una versione scura ottenuta dagli stessi fogli di farina secca con l’aggiunta di spezie e erbe.
Il noomi basra, è limone essiccato, un ingrediente molto usato nella cucina mediorientale, specialmente in Iraq. E’ chiamato così perchè arrivava in Egitto dall’Oman e dall’India attraverso il porto di Bassora (Basra). E’ usato anche per preparare un infuso ricco di vitamine e calmante per lo stomaco. Per questo è utilizzato dopo cena durante il Ramadan.
Si prendono i limoni essiccati (si trovano nei negozie etnici) si spaccano e si tolgono tutti i semi (che hanno un retrogusto amaro). Si coprono di acqua e si lasciano bollire per una ventina di minuti con del cardamomo. La bevanda può essere servita calda o fredda.
Questa è una bevanda molto commune in Azerbaijan, ma anche in India, Afganistan, Pakistan e Bangladesh oltre che nei Paesi Arabi. In tutti questi paesi è molto apprezzata sorattutto durante il Ramadan. In pratica si tratta di succhi di frutta, che variano di paese in paese mischiati con zucchero e spezie. A seconda del gusto possono essere congelati diventando i nostri sorbetti, che hanno preso il nome proprio dalla parola sharbat, quando nel diciassettesimo secolo la Repubblica di Venezia commerciava con l’Impero ottomano. Oppure essere più liquidi, ma sempre serviti ghiacciati.
Nell’Asia meridionale è tradizione preparare il Rooh Afza durante il mese sacro del Ramadan come parte dell’iftar, il pasto serale per rompere il digiuno. Questo è uno sciroppo concentrato che vien prodotto ormai su scala internazionale, che nacque nel 1906 nell’India Britannica, dall’abilità di un mercante di spezie che aveva un’erboristeria specializzata nella medicina tradizionale Unani. La ricetta molto complessa prevede l’uso di erbe (portula, ci), uva da vino, giglio bianco europeo, ninfea stella blu, loto, borragine e coriandolo; frutta: arancia, cedro, ananas, mela, frutti di bosco, fragola, lampone, nocciola, mora, ciliegia, uva nera, ribes nero e anguria; verdure: spinaci, carote, menta e mướp hương; fiori: rosa, kewra, fiori d’arancio e limone; vetiver. Impossibile da preparare in casa. Per questo tutti comprano lo sciroppo in vendita e lo diluiscono con acqua o latte, lo conservano in frigorifero e lo servono con ghiaccio.