Il pepe di Voatsiperifery usato fino a qualche anno fa solo nella medicina naturale malgascia, da pochi anni viene anche utilizzato in cucina. Il suo prezzo è salito moltissimo diventando un prodotto importante per l’economia delle zone sud occidentali del Madagascar, dove la pianta è endemica.
Le bacche del pepe si trovano a un’altezza di oltre 10- 20 metri dal suolo poichè nascono solo dai rami più giovani e più alti della pianta che è una liana spontanea che si abbarbica agli alberi d’alto fusto della zona. I contadini si dedicano alla raccolta del pepe, dal mese di agosto a dicembre, abbandonando le loro terre o pagando altri perchè se ne occupino, visto che il pepe rende molto di più di qualsiasi prodotto dell’agricoltura. Per poter raccogliere grandi quantità di pepe con il minimo sforzo, la soluzione che spesso viene adottata è quella di tagliare le liane per far cadere a terra i rami con le bacche. Il risultato è la deforestazione e il cambio di condizioni di luminosità e di umidità che alterano il microclima, rendendo impossibile la crescita della pianta.
Alcuni ricercatori dell’Università di Antananarivo, da tempo, lavorano al fianco della popolazione locale con l’obiettivo di rendere la pianta coltivabile. In questo modo si potrebbero salvare le piante selvatiche e nel contempo soddisfare le richieste del mercato. Stanno perciò cercando di identificare le diverse specie della pianta per selezionare quelle più adatte alla coltivazione. Un esperimento simile è già stato condotto nelle isole di Reunion. Anche se le piante di quel Paese, pur appartenendo alla stessa specie Piper borbonensi, hanno caratteristiche diverse (e quindi anche il pepe sarà differente) i risultati ottenuti là potranno essere di aiuto per le ricerche in corso in Madagascar.