05. Il monopolio delle Compagnie delle Indie

Nel quindicesimo secolo Spagna e Portogallo si erano divisi le terre d’Oriente e mantenevano il monopolio del commercio delle spezie, scoraggiando qualsiasi tentativo di olandesi, francesi e inglesi di viaggiare verso le Indie. Questo sottile equilibrio si ruppe quando nel 1580 la Spagna sottomise il Portogallo: le sue navi solcavano i mari e tornavano con grandi quantitativi di spezie che distribuivano, a prezzo sempre più elevato, in tutta Europa, chiudendo di fatto i porti di rifornimento tradizionali (Cadice e Lisbona) ai mercanti degli altri paesi.

Ma i territori erano molto vasti e  mal amministrati e tutto l’impero entrò in una profonda crisi quando le Province Unite (area dei Paesi Bassi) si rivoltarono contro gli Spagnoli, che li dominavano, diventando indipendenti.

Le Compagnie delle Indie

Indebolite Spagna e Portogallo, si riaprivano le rotte commerciali e i primi anni del Seicento videro la nascita in Olanda, Inghilterra e Francia di grandi società (Compagnie delle Indie) che, appoggiate dai rispettivi governi, allestirono una propria flotta di navi per andare alla conquista delle spezie in Asia. La prima fu la Compagnia olandese delle Indie Orientali seguita da quella degli Inglesi. Anche i Francesi, più tardi nel 1664, ingolositi dai successi olandesi,  crearono una società commerciale dedicata al mercato delle spezie,  dirigendo le loro navi verso la Cina e la Persia. Le Compagnie divennero sempre più potenti. La concorrenza tra i diversi paesi era spietata e le guerre per accaparrarsi un territotrio erano continue.

Nel 1623, dopo il massacro di mercanti inglesi da parte degli olandesi, le compagnie giunsero ad un accordo formale che dava all’Olanda una posizione dominante sull’isola di Giava e sulle altre isole dell’arcipelago indonesiano e agli inglesi il controllo dei commerci con l’India (esclusa Ceylon), mentre entrambe le compagnie restarono libere nei propri movimenti in Estremo Oriente., Nel diciassettesimo e diciottesimo secolo, le Compagnie furono protagoniste della colonizzazione del mondo e della costruzione di un unico mercato mondiale sotto l’egemonia europea. Esse rifornirono nel Settecento, l’Europa di prodotti come spezie (pepe, noce moscata, chiodi di garofano, cannella) e tessuti orientali, ai quali si aggiunsero, nel secolo successivo, tè, caffè e zucchero. Poiché in Asia i prodotti europei non erano richiesti, le Compagnie dovevano pagare in oro le merci asiatiche. Talvolta, però, per evitarlo, organizzarono commerci interasiatici, scambiando, per esempio, tessuti indiani o pepe e spezie indonesiane con tè e porcellane cinesi. I privilegi delle Compagnie scontentavano in Europa sia i mercanti che non ne godevano sia gli artigiani in difficoltà, per la concorrenza dei prodotti coloniali (soprattutto tessili) importati dalle Compagnie.

Nel 1669 la Compagnia Olandese delle Indie Orientali possedeva 40 vascelli da guerra, 150 navi cargo e 10.000 soldati che difendevano i trasporti. Gli Olandesi arrivavano nelle isole delle spezie e con ogni mezzo, anche il più violento, assoggettavano le popolazioni locali per entrare in possesso delle piantagioni. Cercavano di specializzare ogni isola con la coltura di una spezia, e adottavano regole severissime per impedire a chiunque di trasportare anche solo una pianta al di fuori del terreno nativo. In questo modo, conquistarono l’isola di Banda che aveva il monopolio della noce moscata, l’isola di Ternate conosciuta per i chiodi di garofano e altre isole ricche di cannella e pepe. Soprattutto la conquista dell’Isola di Banda è emblematica del metodo di conquista da essi adottato: poichè la popolazione locale non voleva cooperare, fu sterminata e di circa 15.000 persone ne rimasero qualche centinaio che furono ridotte in schiavitù. Le spezie venivano conservate nei magazzini per regolarne l’afflusso sul mercato e mantenere alti i prezzi e – se le produzioni erano comunque eccessive- venivano bruciate.

Pierre Poivre

Nelle affollatissime isole delle spezie non andavano solo i dipendenti delle Compagnie ma anche mercanti privati, che fungevano da intermediari, e trafficanti d’ogni genere. Fu proprio in questo contesto che un avventuriero francese, di nome Pierre Poivre, figlio di un mercante di Lione, affascinato dalle storie che circolavano sui viaggi dei grandi navigatori, partì per la Cina, dove rimase per 4 anni.

Pierre Poivre

Durante quel periodo egli, essendo un botanico molto erudito, compose un erbario imponente.  Quando fu il momento di ritornare in patria, la sua nave fu catturata dagli inglesi e poichè gli fu amputata una mano, rimandò la sua partenza. Durante il suo soggiorno, nel ripensare alla piante che aveva trovato e studiato, gli venne l’idea di rubarne alcune agli olandesi e di andare a offrirle ai francesi. Conscio della difficoltà dell’operazione – vi era la pena di morte per chi rubava una pianta – si rivolse al governatore dell’Ile de France (oggi isole Mauritius), ritenendo che il terreno delle isole potesse essere propizio al trapianto delle piante. Per una serie di inconvenienti non riuscì per quasi venti anni nel suo intento.

Nel 1766 , divenuto l’intendente dell’Ile de France, organizzò una serie di spedizioni  nelle isole delle Molucche e finalmente nel 1766, una nave ritornò a Port Louis con moltissime piante di noce moscata (ventimila secondo gli scritti che egli ha lasciato) e trecento piante di chiodi di garofano: il monopolio degli olandesi era stato scardinato e le piante furono piantate in molte zone come il Madagascar, Zanzibar e la Guyana dove, con il tempo, attecchirono e divennero rigogliose.

Negli stessi cinquanta anni, anche la Compagnia inglese delle Indie Orientali divenne molto potente, superando infine quella olandese quando prese il sopravvento sulla Compagnia francese delle Indie Orientali, che condusse alla rovina conquistando tutti i suoi possedimenti in India. Essa segnò profondamente il futuro Impero britannico: nata come società anonima, divenne l’impresa commerciale più potente della sua epoca, fino ad acquisire funzioni militari e amministrative reali nell’amministrazione dell’immenso territorio indiano. Dal suo quartier generale di Londra, la sua straordinaria influenza si estese a tutti i continenti: la Compagnia presiedette alla creazione dell’India britannica, il cosiddetto Raj, fondò Hong Kong e Singapore, impiantò la coltura del tè in India e si trovò direttamente coinvolta nel celebre Boston Tea Party che fu la causa scatenante della guerra d’indipendenza degli Stati Uniti.